La patria

è la terra dei padri,

una zolla nel cuore

un richiamo ancestrale:

sa di sangue e orizzonti.

La patria è un sudario

di martiri uccisi,

di fratelli vicini

genitori lontani.

La patria è un inno

che scalda le vene

una musica, un coro

con la mano sul petto

un grido scagliato

verso un cielo di stelle,

se lo cantano in tanti

suona brivido e pianto.

Anche questo

può esser la patria.

La patria,

questo nome desueto

anche un po’ imbarazzante

è la madre più antica

che ci culla nel tempo,

e accompagna negli anni

fino al balzo finale.

La patria

è uno straccio nell’aria

agitato dal vento

dai colori sgargianti

in ricordo dei figli

ammazzati nel fango

affogati nel sangue:

per la patria.

La patria

è un confine ed un mondo,

un paesaggio e una pianta,

una guglia di roccia

ammantata di  nubi

una spiaggia deserta,

una gialla ginestra

una pioggia battente

un vento di sabbia

un ulivo contorto

un anfratto nel mare.

La patria

è un cibo, un profumo

ed un fiore nel campo,

la patria è una donna

un sorriso di infante,

un amore perduto

una voglia saziata.

La patria è una lingua

la patria è una fede

un ginocchio piegato

una mano sul cuore

un sentire comune,

la patria è anche un nome.

La patria

è il passato, il futuro

soprattutto il presente,

la patria è la tomba

di tutte le tombe,

la patria è il domani:

basta solo volerlo.

Purché la patria

non sia solo un peccato,

un orgoglio sbagliato

un sopruso accecato

la violenza incarnata.

Non c’è sulla terra

chi è senza madre

non esiste nel mondo

chi è senza patria.

La patria è la mia

la patria è la tua

la patria è dei nostri

la patria è degli altri

la patria è dei tanti

la patria è dei santi

la patria è di tutti

la patria è per tutti.

E così sia.

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