C’è una rivoluzione planetaria nella politica. La presenza di una personalità imprevedibile a capo della più grande potenza del mondo: Donald Trump. Entrato come un elefante nella cristalleria polverosa e incrinata dei paesi del globo. Un uomo che sfugge a tutti in tentativi di inquadrarlo in uno schema. Una sorta di giocatore a scopone che spariglia le carte di continuo. Se ne infischia delle regole internazionali, della diplomazia, se ne frega dell’ambiente, dice parolacce come uno scaricatore del porto, offende a destra e a manca, esalta o disprezza, si smentisce nell’arco di 24 ore, non gli importa di sbagliare come con Musk, si arricchisce sfrontatamente con la famiglia intera sfruttando il suo incarico, in un conflitto di interessi sesquipedale, si atteggia a metà fra lo smagiasso e il bullo di periferia. E’ un uomo d’affari monetizza ogni progetto, ogni mossa. Ha un passato che è meglio dimenticare. Spiattella però che l’Europa, con la storia della difesa, ha bidonato l’America. Come dargli torto? Gioca con i dazi come con le carte del poker. Ma dice anche cose che sorprendono per un capo di stato. Affermazioni che nessun altro confesserebbe: “Putin mi sta prendendo in giro” Usa un linguaggio terra terra: “Brutti, cattivi …”, “questi si odiano da tanto tempo e non si rendono conto di che caz… stanno facendo”. Fa gli auguri sentiti alla giornalista ucraina, che ha il marito al fronte. Parla di concordia, ma è pronto a minacciare di fare la guerra e in Iran la fa per qualche giorno. Trump ha avuto tutto dalla vita, ricchezza, donne, successo. Una moglie e una figlia stupende. Un clan granitico. Dotato di un ego smisurato quale può essere il suo desiderio da realizzare? Passare come un grande della storia. Per ora oscillando fra il dottor Stranamore e la colomba della pace. Quale prevarrà?