Ha vinto Wimbledon. Non è niente di paragonabile a un torneo. È IL torneo.
È dove si gioca obbligatoriamente in bianco perché alla nobiltà che a fine ottocento assisteva alle tenzoni, dava fastidio la visione del sudore. Il dress code è talmente rigido che anche il golem divoratrofei, Federer, fu pesantemente ammonito per aver “osato” le suole delle scarpe arancioni.
Ha vinto il torneo dove, se ci fate caso, non vedete pubblicità sguaiata a bordocampo. Non perché non ci siano, ma è l’unico torneo dove gli sponsor pagano un botto anche solo per essere accennati nei prepartita, perchè Wimbledon è IL torneo e deve mantenersi pulito. Dove le fragole con la panna che celebrano il buon raccolto poco prima di agosto, devono, devono, essere tutte di quasi uguale peso e diametro e vengono golosamente consumate sugli spalti. E devono essere dodici in tutto. Già, perché il tredici a Wimbledon è bandito. Porta sfortuna. Nemmeno i campi hanno quel numero. Eppure proprio nel 2013 un britannico spezzò la maledizione e vinse. Andy Murray.
Dove l’erba richiede tonnellate di semi e dodici mesi di lavoro di una squadra di giardinieri per essere perfetta. E alle 23 nei campi scatta il coprifuoco, perché gli inglesi manco su questo transigono. Gli abitanti del quartiere non vogliono casino nelle ore piccole e quindi non si gioca più. E questo dopo una lunghissima trattativa.
E le palline vengono messe via subito perché dopo uno scambio sono compromesse nel rimbalzo e sono da sempre le Slazenger. E dove vanno? Tante al pubblico. Ma da qualche anno, tantissime, servono a dare casa ai topi delle risaie. Bucate sono un’ottima tana per loro e li preservano da predatori e pericoli in mezzo ai campi.
Ha vinto. Solleverà una coppa che non gli daranno, perché poi a lui spetterà un esemplare più piccolo al 75% e con davanti riprodotto l’ananas. Questo perché quando nacque il trofeo il frutto era introvabile e segno di lusso e alto rango. Quel coppone serve solo per la cerimonia. Ma penso che Jannik di queste cose se ne stia allegramente sbattendo le Slazenger. Uno che ringrazia pure i raccattapalle.
Ha vinto. Mamma Siglinde può tirare un sospiro di sollievo.
Ettore Zanca