Un tempo, in Italia, era una consuetudine e un piacere vedere le lucciole illuminare le notti estive, oggi, purtroppo, è diventata una “rarità”, poiché sono in via d’estinzione a causa del massiccio uso di pesticidi. Pertanto la loro presenza è un buon indicatore della salubrità dell’ambiente. Scientificamente con “lucciola” (genere Luciola) si identifica in un piccolo insetto coleottero notturno (massimo 2,5 cm di lunghezza) appartenente alla famiglia dei lampiridi (Lampyridae). La produzione di luce è principalmente collegata alla fase del corteggiamento. Non a caso la loro luce è intermittente e lampeggia secondo modalità uniche per ciascuna specie.
La luce emessa dalle lucciole è compresa tra i 500 e i 650 nm di lunghezza d’onda, da qui il tipico colore verde-giallastro. Inoltre, a differenza della luce prodotta dalle lampadine ad incandescenza, è “fredda”. I maschi hanno ali pronunciate ed un corpo lungo e snello, le femmine presentano ali più piccole e un corpo tozzo e corto. In genere i maschi volano ad un metro da terra, mentre le femmine si trovano a terra parzialmente nascoste dall’erba. Altra differenza tra i sessi è che i maschi possono produrre luce solo per brevi istanti, mentre le femmine anche per più di due ore. Una funzione indotta delle bioluminescenza, probabilmente meno nota, è quella di avvertimento verso i potenziali predatori. Le lucciole producono delle sostanze tossiche simili a quelle dei rospi, quindi la loro luminescenza avvertirebbe i predatori di essere “indigeste”. Ciò spiegherebbe anche il fatto per cui, in alcune specie, la bioluminescenza è presente sin dallo stadio larvale. Nella fase adulta le lucciole vivono non più di 1 o 2 mesi. In questo periodo tutte le risorse dell’animale sono rivolte alla riproduzione. Le larve sono sotterranee e si nutrono di vermi e lumache, che immobilizzano iniettando una sostanza paralizzante. Gli adulti, diversamente, non hanno indole “predatoria” e in genere si nutrono di nettare e/o polline. Solitamente le lucciole, con i loro voli di corteggiamento, sono visibili nelle notti estive (giugno-luglio) tra le 22 e la mezzanotte.
Di Gabriele La Malfa
Fondazione AQUA