PIPPO BAUDO NON ERA SAN GIUSEPPE

I santi non stanno più in chiesa, stanno in televisione. Non è una critica, è una constatazione. Basta vedere il cordoglio che ne è seguito, il funerale in diretta come per un eroe della patria, lo straripamento dei media di fronte alla morte di Pippo Baudo. Non è una critica, è una constatazione. Era avvenuto lo stesso per la scomparsa di  Raffaella Carrà. Sono stato anche io un estimatore dei due personaggi, anche della loro personalità. Riconosco la loro importanza a livello nazional-popolare e non solo. Due giganti della Tv e del costume. Lei aveva anche varcato i confini come ambasciatrice di un’Italia da ammirare. La storia del mezzo televisivo non potrà mai fare a meno di loro. Ma non erano San Giuseppe e la Madonna, non vivevano in una stalla. Non è una critica, è una constatazione. Da cui non può non discendere una riflessione. Per un mondo in cui l’immagine, speso superficiale, prevale di gran lunga sulla sostanza. In un luccichio (non è il caso di Baudo e della Carrà) che domina gli eventi indipendentemente dallo spessore e dai valori di fondo. Fari della scienza e della cultura, del progresso dell’umanità in genere non godono purtroppo della stessa visibilità. Ridotti ad un seguito di “nicchia”. In uno stravolgimento delle qualità umane, che finiscono per diventare uno specchietto per le allodole in grado di accecare le nuove generazioni.

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